Dopo la lezione di venerdì scorso in palestra, incentrata su
kata e bunkai di Gankaku, ecco un interessante articolo tratto dalla rubrica
“Engi bunkai dello stile Shotokan” sull’ultimo numero della rivista trimestrale
Karate Do (28/2012), dedicata proprio
a questo particolare kata.
Foto di Daniele Fregonese |
Il nome del kata si
compone di due ideogrammi cinesi che rappresentano le rocce e una gru, in
giapponese rispettivamente “gan” e “kaku”. L’immagine evocata è quella di una
gru immobile sulla cima di una roccia, ferma su una sola zampa, mentre osserva
il suo avversario al quale si oppone solo con l’aura di superiorità che essa
emana (nel taoismo la gru è simbolo d’immortalità e saggezza). Corpo e spirito
restano perfettamente saldi aspettando che l’avversario si scoraggi, a quel punto
l’attacco viene effettuato di sorpresa e all’improvviso.
E’ considerato un kata
molto antico e il nome originale di Okinawa era Chinto, pare derivato da un
marinaio cinese naufragato nelle isole Ryukyu circa 200 anni fa e lì fermatosi
a insegnare. Il termine Chinto può essere tradotto come “combattere contro
l’est”, oppure “dove sorge il sole”. Si dice che sia stato tramandato da Bushi
Matsumura, che sviluppò le tecniche del cinese integrandole con quelle dello
stile della gru, oppure che lo abbia imparato direttamente nella forma attuale
(la tipica posizione “kamae” del Gankaku è identica alla posizione della gru
dello stile Shaolin).
La prima traccia di
questo kata è presente a Tomari, poi modificato dai Maestri Kiyatake e Itosu,
per giungere all’ultima versione del 1922 del Maestro Funakoshi. Egli ne
modificò il nome in Gankaku, non solo per presentarlo in lingua giapponese, ma
anche per rimuovere le connotazioni della battaglia che il nome Chinto portava
con sé. In quel periodo cambiò anche alcune delle tecniche e l’Embusen per
renderlo più somigliante agli altri stili Shotokan e conforme ai suoi nuovi. E’
praticato negli stili Shotokan e Shito-Ryu.
Gankaku è un kata
interessante e difficile da imparare, è dinamico e composto da tecniche uniche,
con mutevoli posizioni alte e basse. I movimenti sono leggeri e scattanti, ma
anche lunghi e controllati. Nello Shotokan l’azione principale è quella di
stare in equilibrio su un piede ed è proprio questa la sua peculiarità. Il suo
stile è esigente, con movimenti veloci e alterni, ma in sequenza fluida, in
contrapposizione al riposo totale della posizione statica, ricercando il rilassamento
mentale, per una sorta di “ipnosi” dell’avversario.
Questa posizione su
una sola gamba, che oltre all’equilibrio richiede buona concentrazione, veniva
effettuata in origine con la pianta del piede contro l’interno del ginocchio,
mentre nella versione Shotokan si effettua con il collo del piede nel cavo del
ginocchio.
Il bunkai descrive
generalmente questo kata come utile sui terreni irregolari e collinari.
E'sempre stato uno dei miei kata preferiti....
RispondiEliminaOss.
anche a me piace moltissimo! c'è dentro un po' di tutto e se fatto bene è proprio bello da vedere.
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